Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Per non perdere la traccia

Dalle corse infantili al trail running, la disciplina della Lega atletica Uisp che coniuga eco-sostenibilità, rispetto degli avversari e scoperta del territorio

Trail running con la Uisp - Foto di Maria Elisabetta Bellinidi Bruno Orlandini

da Area Uisp n. 15


DA RAGAZZINO, e precisamente al tempo delle scuole elementari, con gli amici si andava alla scoperta del territorio. Avevo la fortuna di abitare in campagna e il contatto con la natura era la cosa più semplice del mondo: ci inventavamo giochi di ogni tipo e al gioco, spesse volte, subentravano delle sfide molto particolari, con le quali ci si cimentava. Alcune sfide per dei bambini dai sette ai dieci anni erano davvero estreme e paragonabili, se si vuole, a un'eco-maratona o ad un trail, una corsa in natura da farsi in una golena del Po piuttosto che sul nostro Appennino.

Quali sfide dunque, tra questi ragazzini? Innanzitutto erano differenziate in base ai contesti stagionali. In primavera si correva sulla terra appena smossa dalle gelate e pronta per la semina dei pomodori: la corsa era a piedi nudi e dopo aver attraversato l'appezzamento di terreno ci si beava dei primi tepori del sole primaverile. In estate invece erano due i giochi/sfide prevalenti. I primi avevano luogo a fianco del campo, ma in questo caso cambiava la difficoltà. Si trattava di sfidarci sempre a piedi nudi, in una corsa sul campo dove avevano appena finito la mietitura del frumento: il terreno era pieno di aculei, irti e pungenti (anche in questo caso la sfida potrebbe essere paragonabile ad un percorso di trail sviluppato in alta montagna tra sassaie, in salita o lunghi scoscesi dirupi, dove la tecnica della corsa deve essere molto sviluppata e in cui l'importanza di mettere i piedi al posto giusto è fondamentale per non incorrere in spiacevoli incidenti). Vi era una tecnica basilare per non farsi male: correre trascinando a raso i piedi sul campo: si evitavano così le escoriazioni prodotte dai pungiglioni del frumento. In questo tipo di competizione vinceva chi si faceva meno male e spesso era l'ultimo a "prevalere", colui che in maggior tempo aveva avuto modo più degli altri di affinare la tecnica di corsa. Un'altra sfida a mo' di gioco era la corsa, sempre a piedi nudi, in un campo di erba medica appena falciato: anche in questo caso il pericolo di escoriazioni ai piedi era molto alto, ma a questo punto della "stagione sportiva" sotto i piedi si era formata una speciale suola. Questo ci permetteva di correre ovunque, perfino sui sassi, senza farci male. Nel periodo autunnale avveniva forse la sfida più affascinante di tutte, quando in gioco entrava anche il contadino, proprietario di piante da frutta, che in tempo di raccolta venivano da noi prese d'assalto. Cosa c'entra il trail con queste piccole ruberie? Ci si arrampicava ieri, sulle piante, come oggi ci si arrampica sulle montagne scalando cime. Le nostre cime erano quelle degli alberi ma all'epoca si osservava una precauzione in più: sotto alla pianta doveva starci qualcuno a fare da palo mentre si faceva man bassa dei frutti. Quando il contadino interveniva per salvaguardare il raccolto la fuga attraverso i campi era molto più di un trail odierno: corse in campi di ogni coltura, carrarecce e percorsi non segnalati, fossi da saltare a volontà. Non sempre si usciva indenni da questa sorta di gara. A volte la punizione era superiore al possibile premio della ruberia. A questo punto dobbiamo affrontare l'ultimo periodo della stagione, quello invernale. In cosa consisteva il winter trail? Viste le abbondanti nevicate e con le scarpe (al tempo non vi era traccia di pattini) risparmiate nel periodo estivo ci si divertiva a correre sulla neve o nei fossi trasformati, con una sorta di sbarramento naturale e con abbondanti secchiate d'acqua che gelava nelle ore notturne, in vere e proprie piste che evocavano i canali ghiacciati olandesi.

Simili ricordi dimostrano pertanto che il trail running non è solamente un retaggio francese (allaTrail running con la Uisp - Foto di Maria Elisabetta Bellini luce di quanto detto qualcuno pensa davvero - come si sostiene - che la sola Francia sia stata la culla di questa meravigliosa disciplina?). Il trail running è invece, e per l'appunto, una disciplina sportiva, che però in Francia ha trovato una sua prima codificazione. Ma questa disciplina fa parte della storia nostra di persone e rappresenta anche una nostra proiezione nel futuro, per non disperdere il piacere di correre immersi nella natura e di vivere tutte le grandi emozioni che essa ci sa riservare. A costo di essere ripetitivi bisogna quindi affermare che il trail - che in inglese sta per "traccia" - è dunque proprio una disciplina che aiuta a non perdere la traccia. Un'associazione come la Uisp, per continuare a guardare avanti, deve obbligatoriamente non dimenticarsi del proprio passato, ricco di storia e di grandi progetti, ma soprattutto di progetti per tutti, nessuno escluso. Il trail, è uno di questi. In italiano manca ancora un termine che evochi avventura, scoperta dei territori, la solidarietà tra atleti, l'eco-sostenibilità e infine una filosofia di pratica sportiva decisamente diversa dalle competizioni che hanno come riferimento solamente una striscia di asfalto. Ma non mancano le prospettive di sviluppo di questa disciplina.

La realtà del comitato Uisp di Parma sul trail ha rappresentato una forte innovazione che si può scoprire sfogliando il calendario provinciale "Trail Running Parma 2011". È una realtà variegata, non solo per il numero di gare, che sono undici in totale, e nemmeno per la diffusione sul territorio delle manifestazioni, che toccano la città e i parchi delle prime colline parmensi per arrivare fino al crinale delle nostre montagne e da lì in alto fino a scrutare il mare ligure e posare gli occhi sulle isole Palmaria e il Tino. Oltre a questi dati, a segnare la particolarità del trail sono i riferimenti all'eco-sostenibilità, con alcune raccomandazioni ai partecipanti in particolare per l'utilizzo dell'acqua di rete, di bicchieri e posate biodegradabili, per l'uso dei mezzi pubblici o dei pulmini di società per raggiungere il luogo della corsa, per il rispetto dell'ambiente che si attraversa lungo il percorso, verso cui occorre osservare la massima attenzione per ripristinare lo stato esistente prima della manifestazione, al fine di "non lasciare tracce". Come anticipato, l'altro elemento centrale di questo tipo di attività sta nell'atteggiamento solidale da parte degli atleti: rispetto per i colleghi, per chi ospita, invito a prestare soccorso a chi è in difficoltà, rispetto per gli organizzatori, per i giudici e per i volontari posizionati sul percorso. C'è un aneddoto da raccontare a proposito del rispetto reciproco: in un nostro trail a pochi a metri dalla linea di traguardo sono arrivati quasi contemporaneamente quattro atleti, i primi tre stavano per tendersi la mano (nel trail lo si fa sempre) per arrivare insieme. A quel punto è arrivato il quarto che gli si è fiondato in mezzo, puntando allo sprint: questi sono gli atteggiamenti che questa disciplina esclude a priori e sui quali puntiamo a fare formazione.

Ora, terminato il circuito 2011 e "per non perdere le tracce", stiamo preparando insieme a un incaricato della Provincia una serata per festeggiare tutti gli atleti che hanno partecipato ad almeno quattro gare. Si tratterà di un'ulteriore occasione per raccontarci aneddoti e le più svariate amenità che si sono succedute nell'arco della stagione, una grande occasione per stare ancora una volta insieme. Ma sarà anche il momento per programmare anche nel 2012 altri trail, sempre più finalizzati alla valorizzazione del nostro territorio e a incentivare in questo modo il turismo sportivo. Ed è "per riscoprire le tracce" che segnaliamo cosa c'e in cantiere per il prossimo anno. Innanzitutto la riconferma del calendario, poi una cartografia a marchio Provincia di Parma e Uisp per ogni percorso di montagna. In più una tracciatura dei percorsi fissa, un pettorale personalizzato valido per tutta la stagione, una mostra fotografica degli scatti che gli atleti faranno durante le gare. I numeri del 2011 che caratterizzano invece le tracce lasciate da questa disciplina sono 11 trail, 859 atleti, 1521 presenze, un parco nazionale e due parchi regionali attraversati, tre provincie, 17 comuni, quattro comunità montane, cinque pro loco, 120 volontari addetti alla sicurezza e 200 per i ristori.

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